La terapia trasfusionale, la principale causa di sovraccarico di ferro nella Talassemia Major, comporta un aumento dei depositi di ferro in vari organi e tessuti del corpo.
In condizioni fisiologiche il ferro introdotto con la trasfusione è mantenuto sicuro perché viene legato a molecole come la transferrina, ma in condizioni di sovraccarico di ferro la capocità della transferrina di legare il ferro viene superata e si forma ferro ‘libero’ o ‘non legato’ (NTBI),tossico ed in grado di danneggiare i tessuti organici.
In particolare: fegato, milza, miocardio ed organi endocrini, con numerose conseguenze cliniche anche severe, che possono aumentare la morbilità e la mortalità dei pazienti.
La tossicità del ferro non legato è in parte dovuta al fatto che esso facilità la produzione di radicali liberi che danneggiano alcune strutture cellulari (tra cui mitocondri, lisosomi e membrane cellulari). Anche se l’organismo appronta una serie di meccanismi per difendersi centro il danno prodotto dai radicali liberi, in pazienti con ingenti depositi di ferro, questi meccanismi possono non essere in grado di funzionare adeguatamente.
In conclusione, poiché nell’uomo non esiste un meccanismo per eliminare il ferro in eccesso, è necessario far ricorso in caso di sovraccarico a sostanze che portino via il ferro, ossia ad una terapia chelante, che quindi nel talassemico assume un’importanza pari a quella della terapia trasfusionale.
Tutti gli organi possono essere interessati dall’accumulo di ferro ed un aspetto da considerare è che tale accumulo può distribuirsi nell’organismo a ‘macchia di leopardo’ (in maniera non uniforme), per cui e necessario ricercarlo attentamente con mezzi diagnostici organo-specifici per poterlo controllare.
La gravità del quadro clinico dipenderà dall’entita del sovraccarico di ferro, dalla sua durata e dagli organi
colpiti. Gli organi più frequentemente interessati sono il fegato, il cuore e gli organi endocrini.
Fegato: il sovraccarico di ferro si manifesta tipicamente con epatomegalia da lieve a moderata. La principale manifestazione clinica dei depositi di ferro in eccesso nel fegato e la fibrosi che può evolvere in cirrosi. Nei pazienti sottoposti a trasfusioni regolari, la fibrosi portale può insorgere entro 2 anni dalla prima trasfusione, mentre la cirrosi epatica può svilupparsi entro i primi 10 anni di vita se l’eccesso di ferro non viene eliminato.
Cuore: L’accumulo di ferro non trattato provoca complicanze che possono incidere sulla sopravvivenza del paziente. La cardiomiopatia da sovraccarico di ferro è caratterizzata da disfunzione diastolica con conservata funzione sistolica nelle fasi più precoci.