Anche quest’anno proponiamo i nostri panettoni “solidali” per scoprire i sapori autentici della Sicilia – la fragranza dei canditi d’arancio e dell’uvetta aromatizzata al Marsala – ma soprattutto per vivere un Natale davvero solidale.
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L’iniziativa sosterrà in questa edizione – insieme alla Fondazione Franco e Piera Cutino, nostra partner – la ricerca scientifica e il Campus di Ematologia Cutino, Centro nazionale di riferimento per le talassemie.
«Il 2020 e il 2021 sono stati anni difficili per tutti – dice Stefania Petix, testimonial dell’iniziativa e inviata di Strisci la Notizia – Ancora di più per i pazienti talassemici che hanno avuto difficoltà a fare le trasfusioni. Seguo l’Associazione Piera Cutino ormai da anni e se continuo ad esserci è perché hanno sempre mantenuto le promesse e agito in modo trasparente. A Natale siamo tutti più buoni, recita un vecchio modo di dire… E allora, al momento di prendere il panettone da mangiare in famiglia o da regalare, scegliamo questi che sono “buoni” di forno e di cuore perché servono ad aiutare la ricerca e a nutrire un sogno: poter guarire».
«La Fondazione Franco e Piera Cutino – dice il presidente Giuseppe Cutino – ha come obiettivi, sia l’assistenza ai pazienti, sia il supporto alla ricerca scientifica nell’ambito delle talassemie. In questi anni abbiamo formato figure sanitarie specializzate e fatto rete con i Centri di talassemia siciliani per migliorare le terapie. La raccolta fondi con i panettoni dell’associazione è fondamentale per noi e ci auguriamo che anche quest’anno rispondano in tanti da ogni parte d’Italia.»
«La terapia convenzionale – spiega il professore Aurelio Maggio, direttore del Campus di Ematologia “Franco e Piera Cutino” – ha decisamente modificato la prognosi e la sopravvivenza dei pazienti con sindromi talassemiche. Grazie alla ricerca siamo riusciti a prevenire i danni d’organo che un tempo erano molto frequenti. Adesso, l’arrivo di terapie innovative che agiscono incrementando il livello di emoglobina o riducendo il fabbisogno trasfusionale, potrebbe consentire di portare alla definitiva guarigione dalla malattia. Per questo è fondamentale continuare a finanziare la ricerca per questo sprint finale».